Mai come relativamente alla sfera dell’amore esistono miti antichi, tramandati nel tempo, rispetto ai quali si rischia però di prendere abbagli. La favola del principe azzurro ha assunto varie forme nel corso dei secoli, rimanendo di fatto intatta nella sostanza: tutti, uomini e donne di qualsiasi età, cercano la felicità, la “persona giusta” con cui condividere un’esperienza. Ognuno è profondamente mosso dalla speranza di trovare un orizzonte roseo in cui alloggiare, che sia per un’ora o per la vita. Ciò non significa identificarsi necessariamente in modelli d’amore esistenti: i tempi di Romeo e Giulietta sono ormai lontani, e forse anche i concetti di amore e relazione hanno bisogno di una ridefinizione.
“Amor ch’a nullo amato amar perdona…”, scriveva Dante, animato dall’amore per la sua Beatrice. Com’è cambiato il sentimento nel corso dei secoli? All’epoca del Poeta l’amore era un processo lento, che aveva come oggetto una persona talvolta irraggiungibile, incontrata di sfuggita o solo nei sogni, investita di significati magici. Ad oggi la prospettiva appare completamente rovesciata: siamo nell’era dei social, della velocità, della possibilità di connetterci all’altra parte del mondo al tempo di un click. I versi danteschi sono stati sostituiti dai like e sempre più frequentemente la ricerca di nuovi incontri tramite applicazioni sta prendendo il posto di quella che fino a poco tempo fa era una condivisione esclusivamente vis à vis.
I tempi cambiano e, parallelamente, varia anche la concezione di ciò che è considerato “normale”. É comprensibile che le modalità di conoscere gli altri e di entrare in contatto reciproco si siano arricchite. I social e le app di incontri rappresentano l’equivalente dei bar e delle piazze dei decenni scorsi e si sono costituiti come una sorta di “punto di ritrovo 2.0”. L’esperienza della quotidianità è diversa, più digital, improntata alla condivisione. Viviamo nell’epoca in cui tutto ha una dimensione smart, anche i sentimenti.